La sicurezza sul lavoro in ambito edilizio
Nel settore dell’Edilizia, tra le attività lavorative che registrano un elevato numero di infortuni mortali, emerge che il 60% degli incidenti (negli ultimi dodici anni) sono attribuibili a cadute dall’alto. Nel corso del 2023, con dati disponibili fino ad agosto, tale incidenza ha raggiunto il 71,4%. Notevole è anche il fatto che in metà dei casi coinvolti sono individui di età superiore ai 51 anni, con il 30% di essi che ha superato i 61 anni.
Gli infortuni più frequenti in edilizia
Le tipologie di incidenti più frequenti indicate dall’Inail sono riconducibili a 3 casistiche.
- Le cadute di lavoratori dall’alto. Rappresentano oltre la metà degli infortuni (54%) e generalmente avvengono da ponteggi e scale portatili, da tetti/coperture o da altre parti in quota come solai e balconi privi dei necessari sistemi di protezione.
- Le cadute dall’alto di oggetti e carichi su lavoratori (12%). Riguardano sia cadute di materiali durante il loro sollevamento o trasporto con mezzi di lavoro, sia cedimenti di terreno o parti di muri/pareti.
- Le perdite di controllo durante la conduzione di mezzi (7%). Riguardano principalmente le macchine per la movimentazione della terra e per i lavori stradali.
Queste 3 tipologie di infortuni rappresentano insieme il 73% dei casi, quindi quasi i ¾ degli infortuni analizzati.
Le cause principali degli incidenti in edilizia
Sintetizzando i dati riportati, è possibile notare alcuni fattori di rischio ricorrenti nei vari tipi di incidenti. Ecco quali sono.
- Errori nelle modalità operative dei lavoratori, che avvengono sia per azioni estemporanee sia a causa di problematiche riconducibili ad aspetti gestionali e organizzativi, quali la formazione, informazione, addestramento e le pratiche scorrette.
- Assenza di dispositivi di protezione collettivi (parapetti, armature, barriere, ecc.).
- Non idoneità delle attrezzature messe a disposizione dei lavoratori.
- Mancata fornitura o non utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale).
- Carenze nella predisposizione dei luoghi di lavoro, anche in termini di segnalazioni e delimitazioni.
É evidente come su questi aspetti il settore edile debba alzare la guardia e garantire l’adozione di tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie, da predisporre a partire da una corretta valutazione dei rischi.
Misure di prevenzione e protezione generali per l’edilizia
Proprio per la pericolosità intrinseca delle attività lavorative nel settore delle costruzioni e l’elevato indice di accadimento infortunistico riscontrato nel tempo, il D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla sicurezza) dedica l’intero Titolo IV e 15 allegati (dal IX al XXIII) al comparto edile, individuando misure generali e misure specifiche. 5 le fondamentali misure di prevenzione e protezione generali.
- Organizzazione del cantiere e delle attività lavorative, che va effettuata con congruo anticipo rispetto alla data di inizio dei lavori edili.
- Formazione, informazione e addestramento di tutti i lavoratori, anche in merito alle specificità del cantiere edile.
- Coordinamento e sorveglianza continua delle attività di cantiere da parte dei preposti (che devono essere individuati e correttamente formati); i preposti devono sovrintendere, vigilare e intervenire in caso di situazioni di potenziale pericolo.
- Cooperazione e coinvolgimento, con regolare scambio di informazioni, tra i datori di lavoro, i preposti e i lavoratori.
- Cooperazione e coinvolgimento, con regolare scambio di informazioni, tra i datori di lavoro, i preposti e i lavoratori.
È essenziale tenere presente che le regolamentazioni riguardanti la sicurezza sul lavoro sono soggette a costanti modifiche, e navigare tra le pratiche necessarie per assicurare un ambiente lavorativo sicuro ed evitare sanzioni legali può risultare complesso. Una strategia efficace potrebbe essere quella di consultare esperti specializzati nel campo dell’edilizia.
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